di Remo Fornaca
Emerito, Università di Torino
Inizio citando gli scopi del “Premio Maria De Unterrichter Jervolino”: “Il premio, istituito dall'Opera Montessori nel 1988, viene assegnato annualmente a tesi di laurea sul pensiero e l'opera di Maria Montessori ed è intitolato a Maria De Unterrichter Jervolino per lunghi anni Presidente dell'Opera, allo scopo di onorarne la memoria e ricordarne l'impegno profuso per lo sviluppo e la diffusione della pedagogia montessoriana”.
Mi permetto di fare riferimento alla mia esperienza; in tutti gli anni di insegnamento di Pedagogia e di Storia della pedagogia all'Università di Torino, dall'assegnare (e molto spesso dal concordare) le tesi di laurea sulla Montessori, sulle presenze e sull'attività montessoriane, dal seguirne la stesura, dal leggere, anche recentemente, i lavori presentati per il “Premio”, ho maturato la convinzione che sia un'occasione molto importante per impostare ricerche, approfondimenti su temi che hanno un efficace ritorno culturale e professionale. È, questo, un motivo in più rispetto ad altri premi che hanno un carattere, per così dire, conclusivo; insisto sul suo carattere proiettivo derivante da una presa di coscienza di problemi storici, sociali, educativi, pedagogici, culturali, scientifici, valoriali che hanno contrassegnato la vita dell'umanità specie nel secolo scorso, ma che sono quanto mai presenti (talvolta purtroppo) nel periodo attuale.
Un merito particolare va ai docenti ed ai laureandi che hanno avuto ed hanno la sensibilità di affrontare una ricognizione storica di grande rilievo, unitamente alla capacità di affrontare, in modo adeguato, le nuove sfide. Nella scelta della tesi contano i periodi, gli autori, i problemi di riferimento. Non è mai successo che chi ha lavorato sulla Montessori abbia avuto modo di pentirsene, per un motivo molto semplice: è un confronto con una personalità, un metodo, un pensiero, una serie di realizzazioni, di documentazioni, aventi sempre una coerenza, un nucleo forte di idee, di convinzioni coniugati con un'apertura al dialogo, al riscontro.
Contano in ogni caso gli approfondimenti; in questa direzione specie i giovani studiosi hanno, rispetto al passato, dei punti di riferimento solidi e importanti. Ne elenco alcuni: la grande disponibilità dell'Opera Nazionale Montessori; i contributi dell'Istituto Superiore Montessori di Ricerca e Formazione; le opere di notevole rilievo pubblicate dall'Ente; l'importante rivista “Vita dell'infanzia”; le pubblicazioni degli Atti di convegni, congressi, seminari; l'uso delle nuove tecnologie di informazione, comunicazione, documentazione nazionali ed internazionali.
Nel corso del tempo gli argomenti affrontati nelle tesi sono stati quanto mai vari, ma sempre originali ed hanno riguardato la vita e la personalità della Montessori, le sue iniziative, i suoi scritti, il suo pensiero con approfondimenti e contributi specifici anche in riferimento a temi e problemi presenti ed emergenti. Qualche esempio: caratteristiche della nuova pedagogia scientifica promossa dalla Montessori; le nuove scienze dell'educazione e della formazione; i problemi del metodo; l'educazione e le istituzioni infantili; la mente del bambino; gli handicap; il materiale di sviluppo; la pace; l'interculturalità; il confronto con correnti, indirizzi, movimenti (positivismo, idealismo, neopositivismo, pragmatismo, neoevoluzionismo, comportamentismo, strutturalismo, psicoanalisi, complessità, scuole nuove e scuole attive).
Chi studia la Montessori avverte immediatamente di essere inserito in un contesto storico-culturale di ampio respiro, di cominciare a capire (mi si passi l'espressione) come sono nate, emerse, problematizzate, vissute, affrontate questioni che continuano a dare filo da torcere a filosofi, scienziati, pedagogisti, psicologi, educatori, insegnanti, famiglie, adulti, nuove generazioni, culture, religioni, dichiarazione dei diritti, situazioni di vita degli uomini, della natura, in ambito locale e internazionale. Nello stesso tempo sempre più insistenti si fanno gli approfondimenti sui temi del subconscio (le “nebule” montessoriane), della genetica, della bioetica, della conoscenza, delle epistemologie, della mente, dell'affettività, della socialità, dei linguaggi, dell'informazione, della comunicazione (compresi quelli dei linguaggi dell'educazione, della formazione, della pedagogia, della didattica, nei cui settori la Montessori ha dato contributi notevolissimi, a partire dalla chiarezza, dalla semplicità delle argomentazioni, frutto di un lavoro sperimentale, propositivo, comunicativo non ancora adeguatamente apprezzato, specie da parte di correnti e di autori che si affidano all'oscurità e ad una forma di esoterismo, quando cercano di celare l'inconsistenza delle loro interpretazioni). Mi hanno colpito, in senso negativo, in tempi recenti, alcuni studi sulla scienza della conoscenza, sui processi conoscitivi infantili senza fare riferimento ai contributi della Montessori.
Consigliavo ai miei allievi di riscrivere e di incollare sul proprio tavolo di lavoro (adesso sul, o nel, computer) le affermazioni presenti rispettivamente nell'Introduzione alla terza edizione de Il metodo della pedagogia scientifica (1926) e in quella del 1950 (però datata, Poona, novembre 1948). Nella prima scriveva: “Non può esserci educazione, altro che in uno stato dinamico, in una continua trasformazione dell'individuo che deve perfezionarsi”; “Piuttosto che il raggiungimento di uno scopo scientifico, bisogna riconoscere che le nostre esperienze, fatte con alcuni mezzi e procedimenti scientifici accuratamente applicati, hanno condotto a scoprire valori umani che erano rimasti occulti” (vedi Edizione critica de Il metodo della pedagogia scientifica, pp.65; 66); nella seconda precisava: “Il lettore è pregato, perciò, di tenere presente che la maggior parte di questo libro fu scritta all'inizio dei nostri esperimenti e spesso si riferisce a teorie scientifiche, ad esperimenti allora in voga o a particolari situazioni di quei giorni. I tempi sono ormai mutati, la scienza ha fatto grandi progressi e così il nostro lavoro; ma i nostri principi non ne sono stati che confermati, e confermata insieme la nostra convinzione: l'umanità può sperare in una soluzione dei suoi problemi, fra cui i più urgenti sono quelli di pace e di unità, soltanto volgendo la propria attenzione e le proprie energie alla scoperta del bambino e allo sviluppo della grande potenzialità della personalità umana in corso di formazione” (op. cit., p. 67).
Mi sento di suggerire di lavorare su questo intreccio, perché la Montessori è stata un'educatrice, una pedagogista, una donna che ha voluto e saputo confrontarsi in modo vivo, attivo con la storia e la vita dell'umanità dando voce ai silenzi, agli emarginati, agli sfruttati, senza cadere in pessimismi e scetticismi, ma avendo grande fiducia nelle risorse naturali, umane, culturali a cominciare dall'infanzia. Il discorso sulla Montessori è, quindi, più che mai aperto e l'annuale “Premio” intitolato a Maria De Unterrichter Jervolino continua ad essere un prestigioso riconoscimento ed un rilevante stimolo per ulteriori studi, ricerche, contributi.
Tratto da “Vita dell'infanzia”, n.5/6, maggio-giugno 2005